martedì 27 aprile 2010

In un pomeriggio come un altro


Qualche ora prima ti suona il telefono e senti una voce dall'altro capo che parla in inglese, ma con quell'accento che riconosceresti lontano un miglio, e poi ti trovi seduta ad un tavolino in Piazza della Scala a chiacchierare con un ragazzo giapponese mai incontrato prima, a cui è stato cancellato il volo a causa del vulcano islandese dal nome impronunciabile.

E' l'importanza delle connessioni, dei nodi che si formano tra le persone.
Nuovi nodi rendono possibile un'infinità di nuove esperienze... e quindi può succedere che in un pomeriggio qualunque ti trovi a conversare con qualcuno che ha dormito nella stanza accanto a quella in cui tu hai passato tre mesi delle tua vita, in mezzo alle risaie di Niigata.

Qualcuno che ha vissuto per un pochino con le stesse persone con cui hai vissuto tu, che ha condiviso le stesse tazze, lo stesso ofuro, semplicemente perchè si è trovato a passare davanti a quella casa un po' speciale ed è stato invitato ad entrare.
Quel posto era proprio così: aperto.
Spesso capitava che i passanti buttassero l'occhio e venissero invitati ad unirsi a tavola, magari anche solo per un caffè italiano, anche solo per quattro chiacchiere.
Capitava anche che arrivasse qualcuno a notte fonda, mentre meditavi di andare a dormire, allora tutto ricominciava.
E' così che nascono le amicizie, le connessioni, le occasioni per conoscere talenti diversi.
Mai tirarsi indietro. Connettere più persone possibile.

Non è semplicemente perfetto? Il tempo che si trascorre in questo modo per me è il tempo meglio speso in assoluto.

domenica 25 aprile 2010

25 Aprile


Non so voi, ma io quando comincio ad intravedere da lontano il corteo che si raduna, le bandiere, i tamburi, ho sempre cinque minuti di magone.
Ma dove sono tutte queste persone di solito?
E non è solo perché è una bella giornata e fa un caldo agostano: ci sono mille magliette indossate in sostegno ad Emergency, c'è il banchetto che raccoglie le firme contro la privatizzazione dell'acqua (e che a fine serata ha esaurito i moduli mentre c'è ancora chi aspetta in coda per firmare), ci sono i partigiani che con il passo spedito sono già in Duomo prima ancora che in Porta Venezia ci si sia accorti che il corteo è partito.
Ci sono persone che hanno le idee chiare e che si fanno sentire.
E' solo che nei giorni qualunque, al supermercato, nelle macchine che ci affiancano mentre giriamo in vespa, in metropolitana, queste facce mi sembra di non vederle mai.
Oggi c'erano un sacco di famiglie, tantissimi (ma proprio tanti) bambini, immigrati, anzianissimi vispi che reclamano il sacrosanto diritto di parola per coloro i quali questa giornata l'hanno resa possibile e zittiscono chi farebbe senza dubbio meglio a tacere.

martedì 13 aprile 2010

Salone del mobile 2010 - preview

Da ieri la città è in fermento per l'inizio del Salone del Mobile: mai come in questi giorni c'è da girare a piedi.
Un pò per il traffico incredibile, un pò perchè ad ogni angolo può comparire qualcosa di insolito ... chessò, ad esempio una via Montenapoleone tempestata di lampadari di stoffa colorata.


Quest'anno ho aspettato il salone con impazienza: oggi per la prima volta ho avuto l'occasione di visitare alcune istallazioni in Triennale accreditata come stampa.

Poche persone, ancora qualche scatolone qua e là, ma non nello spazio Canon, semplicemente perfetto: una struttura geometrica e prismi colorati, fiori di ciliegio, pioggia di stelle ed una musica leggera.


Non so dire quanto tempo abbia passato qui dentro.


So solo che era tutto un susseguirsi di inchini e di "mi scusi", "prego" e di qualche convenevole in giapponese scambiato a voce bassa. Non ho avuto nemmeno il coraggio di prendere un succo d'ananas offerto dal catering, per paura di sembrare scortese.


Da domani riprendo il mio progetto di reportage da spedire dall'altra parte del mondo...


lunedì 5 aprile 2010

...ad esser curiosi...



La prima volta che ho guardato tra le inferite di villa Invernizzi è stato durante un'incursione notturna estiva in motorino.
Quando ho visto quelle macchie rosa tondeggianti a mezz'aria muoversi lente intorno alla fontana non ho capito subito... c'è da dire però che l'ipotesi che si trattasse di fenicotteri non era esattamente delle più probabili.
Ora è una delle attrazioni della città che preferisco, prima di tutto perchè via Cappuccini è vicina ai giardini di via Palestro: basta uscire dal parco e fare due passi tra i palazzi liberty.
Quello che mi piace non è tanto poter vedere i fenicotteri in città, che a ben guardare mi fanno una tristezza infinita come gli animali dello zoo, ma è la scoperta.
E' l'idea di guardare attraverso le inferiate per scoprire una realtà diversa e inaspettata.
E' la sorpresa.
E' lo stesso motivo per cui, se non ci sono tende, guardo nelle case degli altri...