venerdì 22 giugno 2007

Tempo di maturità


... più adesso che allora.
Sono già passati 7 anni, incredibile: direi massimo un paio,non di più.
Mi ricordo i corridoi del Vittorio Veneto a memoria, ogni singolo angolo, l'atmosfera in cortile alle 11.15, le scritte nei bagni e sul muro della palestra.

E poi la sera prima della maturità.
Quando arriva questo periodo ci penso sempre con un pò di nostalgia.
Io la sera prima del tema ero con la Miky giù al parchetto sotto casa, e ci sentivamo che dal giorno successivo qualcosa sarebbe cambiato.

C'era la festa di Liberazione e l'appuntamento fisso era là, tutte le sere alla birreria...prima dell'esame per far passare l'ansia, dopo per i commenti.
Quest'anno la festa non la fanno più (la scusa ufficiale pare sia quella della nuova stazione dei pullman a Lampugnano, ma quella vera è che pur di boicottare un ritrovo di comunisti...) e mi sembra inconcepibile una maturità senza...
La nostra era una classe divertente, brillante, eterogenea.
Alla maturità scherzavamo.
Io me lo ricordo come uno dei momenti più divertenti della mia vita.

Ora ci capita di rivederci, raramente.
In fondo non siamo cambiati di una virgola: lavoriamo più o meno tutti, ci vestiamo un pò più seri, qualcuno ha meno capelli e qualcuno convive... ma quando siamo insieme è sempre uguale.

mercoledì 6 giugno 2007

Nuovo



Eccolo qui, il seguito al blog provvisorio che era nato per condividere le foto della grigliata di ferragosto con tutti quelli che mi chiedevano il cd...

Mi sono decisa ora, e non in un altro momento, perchè questa è una fase di passaggio.
E come tale, piena di pensieri, dubbi, di cose da dire; ma sopratutto nel mio caso, piena di cose da vedere.
E da fotografare.

26 anni.

Quando inizi la scuola bene o male sai che 18 anni della tua vita saranno impegnati nello studio... ma poi?
Arrivi all'ultimo traguardo e di fronte c'è il nulla.
Non ho fatto chirurgia, ma scienze della comunicazione con una laurea in cultura giapponese: come dire, la mia strada non è che fosse poi così segnata.
Ho avuto il terrore della responsabilità di dover scegliere senza avere nessuna scelta.
Mi guardavo intorno interrogativa.

La svolta è stata quando ho smesso di chiedermi cosa avrei fatto.
Un sabato pomeriggio dell'aprile dello scorso anno sono andata alla Fondazione Umanitaria per una conferenza-mostra sul Giappone: tra un 'intervento e una degustazione di thè mi sono fermata a guardare le foto esposte.
Macro sui dolcetti giapponesi tipici della cerimonia del thè, quelle che mi hanno colpito di più.
Fermo il fotografo:
"Questo è il lavoro che vorrei fare. Da che parte si comincia?"
"Hai studiato fotografia?"
"L'ho amata sempre, ma... no, mai"
"Bene, non ti hanno rovinato. Se vuoi puoi venire lunedì mattina in studio con me, così cominci a vedere come funziona..."


E' iniziato tutto così: Il primo salto nel buio, in punta dei piedi, con un pò di incoscenza e un sacco di speranza.... anche perchè se fosse andata bene era tutto di guadagnato.
Ed è andata molto meglio di qualsiasi esagerata aspettativa, perchè si trattava di Flavio Gallozzi... ma ancora non lo sapevo quando a Roby domandavo sotto voce: "che dici, glielo chiedo o no?"

Il secondo salto



Sto pensando di andare a vivere a Tokyo.

Tre o quattro anni, magari.

Se non lo facciamo ora che ancora non abbiamo una casa nostra, credo che io e Roby non lo faremo mai più.
Ora si che si può imparare una lingua... ora che non c'è ancora qualcosa di nostro che ci lega a questa città, possiamo prendere l'aereo e tentare.

Sono tornata da poco più di un mese ma mi sembra sia già un anno.

Tra meno di 5 ore Kris arriverà da Tokyo.
Ho mille domande da farle, non vedo l'ora che sia qui.